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Giancarlo Siani: l’Azione Cattolica di Nola racconta il coraggio del giornalista che lottò contro la camorra

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TORRE ANNUNZIATA – Non è davvero possibile descrivere in poche battute quello che Giancarlo Siani rappresenta e rappresenterà sempre per la lotta alla criminalità. Un giovane giornalista dal coraggio e dalla tenacia disarmanti. Il suo nome ormai è un simbolo. Non a caso dunque quest’anno, in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti della mafia, l‘Azione Cattolica di Nola ha scelto proprio lui, Siani, come figura da approfondire.

Nello specifico il settore adulti diocesano nolano ha organizzato un incontro che si terrà giovedi 17 marzo alle ore 19:00 presso la parrocchia San Michele Arcangelo di Rovigliano. La partecipazione dei soci avrà luogo nel rispetto delle norme di prevenzione anti-contagio da Covid 19. Il titolo dell’evento è: “Il coraggio di amare la propria terra – La storia di Giancarlo Siani attraverso il racconto di chi lo ha conosciuto”. Interverranno nel dibattito Raffaello Falcone (Procuratore aggiunto alla Procura della Repubblica di Napoli), Geppino Fiorenza (Presidente onorario della “Fondazione Giancarlo Siani Onlus”) e Antonio Irlando (giornalista e già assessore al Comune di Torre Annunziata, nonché amico di Siani). 

In realtà il settore adulti della diocesi di Nola segue già da tempo un percorso che di anno in anno analizza varie figure di ispirazione: uomini e donne che nella vita hanno testimoniato, con il loro esempio, la lotta alla camorra, alla violenza, alla criminalità e ai soprusi. La scelta di Giancarlo Siani si inserisce perfettamente lungo questa scia.

Lo scopo è raccontare e valorizzare l’insegnamento che Siani lascia a tutte le generazioni. Il giovane giornalista de “Il Mattino” fu ucciso dalla camorra nel 1985 ad appena 26 anni. Fu assassinato perché, con coraggio e determinazione, combatteva per la legalità di Torre Annunziata. Nonostante all’epoca dei fatti non fosse ancora nell’Ordine dei Giornalisti Professionisti, le mafie locali consideravano Siani “un bastone fra le ruote”.

Questo perché la sua fermezza e il suo amore per la giustizia contavano. Oggi più che mai è importante esaltare il suo esempio. Nessuno deve dimenticare la sua testimonianza. A fargli da megafono ci saranno persone che lo hanno conosciuto. Rompere il silenzio è fondamentale perché è il primo metodo per abbattere le barriere e le ingiustizie. È in questo modo che Giancarlo Siani, purtroppo non più tra noi, resterà vivo attraverso i suoi valori e i suoi ideali.

Di Valentina Mazzella

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