Home Cronaca Inizio abbattimento delle vele di Gomorra

Inizio abbattimento delle vele di Gomorra

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Ph. foto di Fabio Sasso/FPA

Napoli – iniziata la demolizione della prima delle ultime quattro Vele di Scampia. In un’area di Napoli per anni simbolo di degrado, spaccio di droga, camorra ma anche lotta dei cittadini per ottenere il riconoscimento dei loro diritti, parte così il progetto Re-Start Scampia che prevede, nella prima fase, l’abbattimento delle Vele A, C, D e la rigenerazione della Vela B L’obiettivo è quello di trasformare la ‘Scampia di Gomorra’ in una periferia a misura dei cittadini.

Ph. foto di Fabio Sasso/FPA

 

Tanti applausi dei cittadini e il segno della vittoria mostrato dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Pochi secondi prima del via, un cittadino ha urlato: «Abbattila e abbatti anche i pregiudizi che ci hanno addossato».La demolizione della Vela A, nota anche come Vela Verde, sta avvenendo mediante degli escavatori, allestiti con una pinza oleodinamica. La Vela A è alta 45 metri; 50mila i metri cubi da demolire e 1800 i mq di area coperta.

Ph. foto di Fabio Sasso/FPA

 

L’intervento di demolizione durerà circa 40 giorni.Realizzate negli anni ’80, su progetto di Franz di Salvo, il complesso delle Vele era originariamente composto da 7 edifici (a corpo doppio), collocati su due lotti diversi: il lotto L, che ne accoglieva tre, e il lotto M, sul quale ne furono realizzati quattro. La demolizione delle tre Vele del lotto L (Vele F, G, H) è avvenuta in tre distinti momenti, con gli abbattimenti del 1997, del 2000 e del 2003. Il progetto Re-Start Scampia prevede, nella prima fase, l’abbattimento, sul lotto M, delle Vele A, C, D e la rigenerazione della Vela B.

Ph. foto di Fabio Sasso/FPA

 

Oggi è stata abbattuta la Vela A, detta anche Vela Verde. A tutt’oggi, sono stati trasferiti nei nuovi comparti di edilizia residenziale pubblica più di 800 nuclei familiari. L’ultimo trasferimento ha riguardato gli abitanti della Vela A nei nuovi alloggi (124) realizzati lungo via Gobetti.

Ph. foto di Fabio Sasso/FPA
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