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MANN, “Sardegna isola megalitica” e l’incredibile Nuragica Experience ancora per poco

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Foto di Valentina Mazzella.

NAPOLI – Quanto comunemente conosciamo l’antica civiltà monolitica sarda dell’Età del Bronzo? Incredibilmente poco. La spiegazione è rapida: è un argomento di norma non inserito nei programmi ministeriali di storia della scuola dell’obbligo. Siamo abituati più di frequente a discutere di Mesopotamia, dell’Antico Egitto, dei popoli dell’Egeo, dell’Anatolia, della Persia, del Caucaso… Quasi ci si dimentica che in Sardegna ci sia stata, nello stesso periodo, una civiltà portentosa. Per questo la mostra allestita al MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) “Sardegna isola megalitica – Dai menhir ai nuraghi” si rivela un grandissimo toccasana per soddisfare la curiosità di molti.

Foto di Valentina Mazzella.

L’esposizione è stata inaugurata lo scorso 10 giugno e ha riscosso un discreto successo. In precedenza è stata allestita presso il Museo per la Preistoria e Protostoria di Berlino, all’Ermitage di San Pietroburgo e al Museo Archeologico di Salonicco. Si tratta – è bene sottolinearlo – dell’unica tappa italiana del progetto che ha portato i reperti dell’antica Sardegna in tour per l’Europa. A Napoli sarà aperta al pubblico fino all’11 settembre.
L’iniziativa è stata curata da Federica Doria, Stefano Giuliani, Elisabetta Grassi, Manuela Puddu e Maria Letizia Pulcini, avvelendosi del coordinamento di Bruno Billeci e Francesco Muscolino. Alle spalle compaiono nel suo comitato scientifico Manfred Nawroth, Yuri Piotrovsky, Angeliki Koukouvou e Paolo Giulierini. L’evento è stato promosso dalla Regione Autonoma della Sardegna nell’ambito di un progetto pluriennale di Heritage Tourism dedicato all’archeologia.

Di Valentina Mazzella.

Le settimane ancora a disposizione per visitare la mostra sono poche. C’è quindi da affrettarsi per non perdere l’occasione. Come iniziativa è davvero promossa a mani basse. Il costo della mostra è incluso nel prezzo del biglietto classico per accedere al Museo. All’ingresso del MANN i visitatori vengono innanzitutto accolti da alcune piante tipiche della Sardegna per evocare la flora caratteristica dell’isola. Gran parte dell’esposizione è poi visitabile presso il Salone della Meridiana.

Di Valentina Mazzella

Qui sono esposti innumerevoli reperti dell’Età del Bronzo, come i famosi bronzetti nuragici che raffigurano donne, uomini, guerrieri e animali e dee madre. Non mancano spade votive, modellini di edifici e navi, monili e vasellame. Alcuni pezzi, addirittura, sono stati rinvenuti in Campania presso delle tombe: ciò sarebbe testimonianza dei grandi traffici commerciali che già erano in corso nell’Età del Bronzo. Probabilmente le nostre popolazioni locali attribuivano all’oggettistica sarda un valore esotico gradito agli dei e per questo veniva aggiunta al tradizionale corredo funerario. Un cavallo di battaglia della mostra è l’esposizione di una delle sculture in pietra dei Guerrieri di Mont’e Prama, dalla datazione ancora incerta tra gli studiosi. Parliamo del “Pugilatore” alto con piedistallo 190 cm e pesante all’incirca 300 chilogrammi.

Di Valentina Mazzella.

La civiltà nuragica nacque e sviluppò in Sardegna in un periodo che va dall’Età del Bronzo (2300 -1800 a.C.) al II secolo d.C., quando ormai si era in epoca romana. Tuttavia, nella parte centro-orientale (successivamente nota come Barbagia), fino al VI secolo d.C. dell’Alto Medioevo, sono esistite ancora delle comunità nuragiche più ostili al Cristianesimo.

Logo di Nuragica.

In ultimo tutta da scoprire è la visita guidata nel percorso organizzato da Nuragica Experience in cui il visitatore ha l’opportunità di vivere un’indimenticabile esperienza multisensoriale. Immersiva, coinvolgente, entusiasmante. Attraverso delle ricostruzioni curatissime e la dettagliata spiegazione delle guide, il pubblico ha modo di ripercorrere la storia millenaria dell’antico popolo sardo accendendo il focus sulla loro architettura. Circa già 3500 anni fa questa civiltà edificò in tutta la Sardegna oltre 10mila torri di pietra dette nuraghi. Al termine ai visitatori viene offerta l’esperienza emozionante della Realtà Virtuale tramite i visori. Chi la prova non se ne pente e lascia il percorso arricchito e incredibilmente affascinato dall’eco di una civiltà così remota e misteriosa.

Articolo e Galleria fotografica di Valentina Mazzella:

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