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RICCARDO III AL DIANA DI NAPOLI

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NAPOLI – Vedere Massimo Ranieri nei panni di Riccardo III vestito in smoking e papillon crea un momento di sconcerto per lo spettatore attento, amante di Shakespeare, soprattutto se ricorda il periodo storico in cui è inserto re Riccardo. Spesso, l`attore, il protagonista, l`istrione rivede e trasforma, scuce e ricuce, come fosse un abito su misura la scena, i personaggi, ambientando tale tragedia negli anni ’50 con donne in abito lungo e signori in smoking e papillon con omicidi effettuati con pistole e non con spade e/o coltelli. Massimo Ranieri affronta così la sfida del suo Riccardo III: personaggio difficile, duro, con una messinscena rigorosa, da tragedia greca. Riccardo è deforme, nessuno lo ama, neppure sua madre. Lui è cattivo, temuto, odiato, ripudiato. Il personaggio affascina solo  perchè detiene il potere. Re Riccardo incarna il male e l`egoismo assoluto, giocandosi sempre tutto per i propri scopi. Riccardo  è un attore consumato,  convincente per ogni suo interlocutore, amico o nemico che sia, ottiene addirittura i favori di Lady Anna vedova sulla bara del marito che lui ha appena ucciso. Le sue vittime non fanno nulla per contrastarlo, si lasciano sedurre facendo finta di non vedere i lati oscuri. Non credono alle parole della regina Margherita, che aveva previsto sventure poi puntualmente avvenute. Ma la parola, per Riccardo, è anche un’arma di difesa, per ribaltare le accuse in fraintendimenti e complotti. Successo di pubblico e di applausi, e non solo per Ranieri.

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