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“Seta” di Alessandro Baricco: un viaggio struggente in Giappone tra amore e malinconica

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Rubrica estiva: “UN LIBRO IN SPIAGGIA” ⛱️

 

RECENSIONE – Delicato, elegante, struggente. “Seta” (Edizione Feltrinelli, 1996) è un romanzo breve di Alessandro Baricco. Con “Oceano mare” (1993) e “Castelli di rabbia” (1991), fa parte della cosiddetta “Trilogia della Adel” dello stesso autore. Tuttavia può serenamente essere letto da solo grazie alla sua trama indipendente. Un racconto romantico, malinconico. Narra di viaggio, amore, nostalgia.

Siamo nella seconda metà del XIX secolo e il protagonista è il francese Hervé Joncour, un giovane commerciante di bachi da seta sposato con Hélène. Un’epidemia colpisce gli allevamenti di bachi in Europa, in Siria e in Egitto. Hervé Joncour è così costretto a spingersi fino in Giappone per portare avanti gli affari. Il Paese del Sol Levante si è aperto al resto del mondo da poco, nel 1853 per un intervento degli USA, dopo due secoli di isolamento. Hervé Joncour trova una realtà nuova e affascinante, incontra il potente Hara Kei che gestisce i traffici. Conosce una misteriosa ragazza giapponese che non parlerà mai e diventerà la sua ossessione romantica, mentre Hélène lo attende a casa come una moglie fedele.

In foto Alessandro Baricco.

Lo stile è segmentato. La narrazione è suddivisa in tanti capitoli brevi che rendono la lettura leggerissima. La scrittura è veloce e coinvolgente. Alessandro Baricco ricorre a un uso magistrale di silenzi e pause per solletico la suspense. L’uso frequente dei dialoghi rende al romanzo un tocco di teatralità. Pagina dopo pagina, la prosa è molto poetica e ricca di metafore suggestive. Regala molte frasi che il lettore può segnare in taccuino o nel cuore. Si termina il romanzo con un’emozione vibrante che ha un sapore commosso, amaro, disorientato.

 

 

 

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