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‘Social Freezing’, in Italia in crescita il numero di donne che congelano gli ovociti

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Sabato 17 dicembre visite gratuite, singole o di coppia, per un ‘check up’ della fertilità nei centri GeneraLife di Roma, Bologna, Torino e Napoli

Anche in Italia e’ in forte ascesa il numero di donne che sceglie di ricorrere alle procedure per il congelamento degli ovuli. Questo è il trend che emerge dai dati di GeneraLife, gruppo specializzato in medicina della riproduzione, con 14 centri su tutto il territorio. Oltre 300 le visite gratuite per il controllo della fertilità effettuate in un anno di ‘Ferty Check’, l’iniziativa di sensibilizzazione del gruppo GeneraLife.

La nuova edizione di Ferty Check è prevista per sabato 17 dicembre nei centri di Roma, Bologna, Torino e Napoli: visite gratuite, singole o di coppia.

Nel 2019 e nel 2020 (anno dei lockdown e delle chiusure di molti centri specializzati) le procedure di questo tipo sono state circa 80 l’anno, nel 2021 si è passati a 190 e nel 2022, fino a ottobre, sono già stati eseguiti 165 protocolli di crioconservazione ovocitaria. Molte anche le donne dello spettacolo e star internazionali come Matilde Gioli, Bianca Balti, Emma Marrone, Jennifer Aniston che si sono espresse a favore del congelamento degli ovociti.

“Un effetto positivo lo hanno avuto le campagne nazionali di sensibilizzazione ‘Ferty Check’ che abbiamo portato avanti in questo anno – spiega Filippo Maria Ubaldi, ginecologo e direttore scientifico del gruppo GeneraLife – effettuando oltre 300 visite gratuite in tutto il Paese per il controllo della fertilità nei giovani e nelle coppie con problemi di infertilità. E’ evidente che la cultura della preservazione della fertilità, un’opzione ormai consolidata in Paesi come la Spagna e il Regno Unito, stia iniziando a diffondersi anche fra le donne italiane, che danno sempre più importanza al prendersi cura della propria capacità riproduttiva nei tempi e nei modi più consoni”.

Nella pratica, il percorso di preservazione della fertilità prevede un protocollo di stimolazione ormonale da effettuare con specifici farmaci sottocute per 10-12 giorni, il prelievo degli ovociti mediante un piccolo intervento chirurgico in sedazione, della durata di pochi minuti, e la loro crioconservazione in laboratorio tramite vitrificazione, una tecnica ormai diffusa e molto valida per mantenere inalterate le caratteristiche delle cellule uova, per poterle utilizzare anche molti anni dopo.

“Questo percorso – aggiunge Laura Rienzi, embriologa e direttore scientifico di GeneraLife insieme a Ubaldi è stato messo a punto per salvaguardare la salute riproduttiva delle pazienti oncologiche, che vanno incontro a terapie che possono compromettere irreversibilmente la possibilità di avere un bambino. Ma si sta rivelando un’opzione valida anche per tutte coloro che devono rimandare il momento in cui cercare un figlio, ad esempio, per la mancanza di un partner o di un lavoro stabile”.

“Il social freezing è un’opzione che grandi compagnie, soprattutto americane, offrono come benefit alle loro dipendenti – ricorda Blasco de Felice, Ad GeneraLife Italia – Qui in Italia alcune società molto attente al welfare aziendale si stanno rendendo conto dell’importanza di questa pratica: abbiamo ricevuto nuove richieste di convenzione con i nostri centri, per poter offrire un accesso facilitato ai dipendenti alla medicina della riproduzione: una scelta lungimirante e al passo con i tempi, che deve essere vista come un’opportunità”.

“Il limite, in Italia, resta comunque quello dell’età fertile di una donna, attorno ai 50 anni, e il nostro consiglio rimane sempre quello di pensare a una gravidanza non troppo avanti con gli anni”, precisa Rienzi.

 

 

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