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Teatro Mercadante, “Maria Stuarda” di Davide Livermore: la storica rivalità tra due regine dai destini intrecciati

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RECENSIONE – Peculiare ed emozionante lo spettacolo “Maria Stuarda” che è stato in scena al Teatro Mercadante di Napoli dal 6 al 10 dicembre 2023. La sceneggiatura è quella della tragedia composta da Friedrich Schiller alla fine del XVIII secolo e rappresentata per la prima volta il 14 giungo del 1800 a Weimar. Carlo Sciaccaluga ne ha tradotto il testo. La regia è curata magistralmente da Davide Livermore con l’assistenza di Mercedes Martini. Insieme propongono sul palco la celebre rivalità tra due tra le regine più famose della storia europea, Elisabetta Tudor e Maria Stuart.

L’allestimento scenico di Lorenzo Russo Rainaldi è spartano, come si trattasse di una prigione. Scelta naturalmente non casuale, ma che allude presumibilmente alla condizione di Maria. Gli eleganti abiti delle protagoniste portano la firma Dolce & Gabbana. Gli altri costumi sono stati studiati da Anna Missaglia. Tutto converge per raccontare la cupezza, l’austerità, la competizione e lo strazio degli ultimi giorni di vita di Maria Stuarda in balia del potere dell’acerrima nemica-cugina.

Il prologo ha inizio con le due attrici protagoniste sedute ai lati di un letto matrimoniale. Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi, entrambe vestite ancora con abiti uguali. Mentre altri personaggi introducono l’opera, un angelo su un soppalco stacca una piuma dalle ali e la lascia cadere dall’alto. Ogni sera la piuma può volteggiare a destra o a sinistra, dal lato di Laura Marinoni o di Elisabetta Pozzi. Ogni sera ciascuna delle due attrici scopre così sul momento se interpreterà per due atti Elisabetta o Maria.

Il cast gode dell’eccezionale partecipazione di Gaia Aprea e di altri talenti come Linda Gennari, Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi e Sax Nicosia. Giua accompagna con chitarra e voce i momenti topici della narrazione. Restano tuttavia fortemente centrali le due regine. Due donne che, secondo Livermore, rappresentano due volti dell’Uguale. Ci si interroga, a partire dalla metafora della piuma, su quanta incidenza abbiano caso e casualità nelle vicende umane. Si riflette su quanto l’esistenza possa essere fortuita. Purtroppo però con un ritmo troppo lento rispetto all’arco storico effettivamente rappresentato.

La vita di Elisabetta e quella di Maria corrono in direzioni diverse, eppure si incrociano. La Tudor è nata illegittima, “bastarda”. Era protestante, rossa di capelli e giudicata male sin dal grembo materno. Ciononostante Elisabetta ha dato inizio a uno dei periodi d’oro della storia inglese, l’età elisabettiana. Sua cugina, invece, in tenera età sembrava destinata a grandi fasti e fortune. Nata cattolica, principessa di Scozia e promessa sposa al delfino di Francia, la sua sorte è stata inaspettatamente puntellata da molteplici sventure che la riportarono oltre la Manica. Dal sfarzoso lusso dei palazzi di gusto francese tornò nubile nei freddi castelli della sua umida terra natale, la Scozia. Maria, che a lungo sognò di cingere tre corone, alla fine è stata la prima regina della storia moderna a perdere la testa per un colpo del boia.

Storicamente non tutti i fatti raccontati nello spettacolo al Mercadante sono fedeli agli eventi reali, ma al teatro non viene richiesta la veridicità come più di frequente accade al cinema. Tutta la costruzione dello spettacolo invita a meditare sui giochi di potere dell’epoca. Anche sulle dinamiche un po’ “maschili” a cui, in quel periodo, una donna era costretta a cedere per restare sul trono. Non mancano gli intrighi, i tradimenti di corte, le furbizie, i doppiogiochisti, il sospetto, l’impossibilità di potersi fidare di altri. “Maria Stuarda” è il racconto della rivalità di due grandi donne. Una competizione che forse, nei cuori dei lettori e del pubblico, si perpetua ancora oggi con malia e fascinazione. Ancora nel presente la pancia porta a parteggiare per l’una o per l’altra, due facce della medesima medaglia.

Di Valentina Mazzella

 

 

 

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