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“The Batman” di Matt Reeves: l’ennesima trasposizione dell’Uomo Pipistrello, eppure vince egregiamente la sfida

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RECENSIONE – Di fronte all’ennesima trasposizione cinematografica di Batman, ci sono due tipologie di spettatori: il fan sfegatato che lo guarderà in ogni caso e il curioso con la pazienza ai minimi storici. Il secondo si siede davanti allo schermo pensando: “Do al film venti minuti di tempo: se mi annoia, mi alzo…”. Bene, il risultato? “The Batman” di Matt Reeves (distribuito in Italia dallo scorso 4 marzo) vince egregiamente la sfida. Anzi, di più: sin dai primissimi minuti di proiezione si rivela una produzione di spettacolare qualità.

Non importa che esistano già altre pellicole sull’Uomo Pipistrello. Probabilmente perché ‘gallina vecchia fa buon brodo’, chissà… Non importa neanche che il film abbia dovuto affrontare il peso del confronto con la leggendaria trilogia de “Il Cavaliere Oscuro” di Christopher Nolan. Questa volta a vestire i panni del protagonista non è Christian Bale e nemmeno Ben Affleck dei film della DC Extended Universe: presta il volto Robert Pattinson. Una volta abbandonata la zavorra dell’eredità di “Twilight”, nell’ultimo decennio l’attore ha sperimentato nuovi ruoli molto diversi. In quest’occasione ci ha regalato un eccellente Batman. Lo stesso Pattinson ha dichiarato di essersi sentito molto potente quando indossava il costume nero. Un po’ più mono-espressiva la sua interpretazione del melanconico Bruce Wayne, ma – va ammesso – comunque in linea con lo stato d’animo del personaggio ancora tormentato dalla perdita dei genitori.

La trama sceglie di risparmiare al pubblico una nuova origin story e opta per la narrazione di un’avventura in cui – viene precisato – Batman veste la maschera già da ben due anni. Matt Reeves decide anche di non riproporre alcun flashback della morte dei signori Wayne, nella consapevolezza che gli spettatori già conoscano a memoria la storia dell’infanzia del piccolo Bruce. Il film è un cinecomic molto cupo, dai toni dark e un po’ noir. La trama è quasi quella di un thriller poliziesco. Tutte le vicende avvengono in una squallida e corrotta Gotham City dove proliferano delinquenza e malaffare. Qui Batman, eroe ancora grezzo, lotta contro la criminalità come “vigilante” non del tutto apprezzato dalle forze dell’ordine.

Alla fine si troverà costretto a compiere un’indagine sulle tracce di uno psicopatico che ammazza i politici disonesti e lascia degli indovinelli per lui. È l’Enigmista, un villain costruito in questa sceneggiatura con un profilo di pazzia e intelligenza di tutto rispetto. Apprezziamo anche l’uso smodato dei social da parte del cattivo: un dettaglio non da poco che attualizza in modo notevole certe forme di esasperazione dell’era digitale. A questo proposito il soggetto, in tema di emulazioni – senza abbandonarci agli spoiler -, strizza velatamente l’occhio anche al Massacro di Aurora, un terribile fatto di cronaca che si verificò nel 2012 proprio durante la prima proiezione del film “Il Cavaliere Oscuro – il ritorno”.

Le tenebre di Gotham City non sono tanto dissimili dallo stato d’animo dello stesso Batman che nell’intro si descrive essere “ombra”. Bruce Wayne invece – per ammissione degli stessi autori – è volutamente qui ispirato a Kurt Cobain. Non a caso alcune sequenze sono accompagnate in sottofondo da delle musiche dei Nirvana. In questa produzione tutta la dimensione crime investigativa e l’apparato tecnico ed estetico sono notevoli. Il film coinvolge lo spettatore tirando di continuo l’amo della suspense e della curiosità. Solo nella seconda parte l’opera inizia a essere un po’ meno incalzante per la lunghezza.

La produzione vanta anche il resto del cast altrettanto eccezionale: Zoë Kravitz è Selina Kyle / Catwoman; Paul Dano è Edward Nashton / Enigmista; Jeffrey Wright è James Gordon, Andy Serkis è il vecchio Alfred. Spiace unicamente che, al di fuori di Batman, non sia stato dato adeguato spazio all’approfondimento degli altri personaggi. Quanto sappiamo di loro è stato detto a parole e questo aspetto purtroppo li priva della tridimensionalità che invece meritavano.

Dulcis in fundo compaiono nella storia anche Pinguino (Colin Farrell, Oswald “Oz” Cobblepot) e Joker (Barry Keoghan). Per quanto riguarda quest’ultimo, la sua comparsa nel film è stata accattivante ed eccellente. Soprattutto la scena inedita tagliata e trasmessa al Napoli COMICON il 22 aprile 2022. Tuttavia nel concreto oggi sappiamo bene che per Joker c’è stata vera inflazione cinematografica negli ultimi anni. Motivo per cui inizialmente il villain più papabile per il secondo capitolo della saga era per l’appunto Pinguino. Soprattutto perché, in “The Batman”, Oswald “Oz” Cobblepot appare ancora piuttosto acerbo e molto simile – come hanno detto in tanti – a una sorta di Al Capone. Alla fine pare che Matt Reeves avesse in serbo così tante idee per l’evoluzione progressiva di Pinguino nel sequel che la Warner Bros avrebbe deciso di produrre direttamente una serie-tv in più episodi tutta dedicata al personaggio. Pertanto al momento si sa che ci sarà un secondo film, ma non ancora contro chi il protagonista combatterà.

In “The Batman” non manca una profonda riflessione morale sull’onestà, la coerenza e l’ipocrisia delle alte cariche, nonché “sulle occasione della vita che fanno l’uomo ladro”. In diverse scene Batman si è definito Vendetta, ma non è da escludere che nei prossimi episodi verrà dato più spazio anche alla Speranza. In fondo è questo il valore aggiunto dell’Uomo Pipistrello rispetto agli altri supereroi: le sue non sono solo tradizionali storie di azione e di lotta tra il Bene e il Male. Nelle sue avventure c’è sempre un’analisi, una maggiore attenzione per l’introspezione e l’esplorazione degli abissi umani.

Di Valentina Mazzella

 

 

 

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