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C’è poco da stare Allegri

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Napoli Round 1:  Napoli – Juventus 1-1, un punto per parte, in attesa del secondo round fissato per mercoledì, quando ci si gioca l’accesso alla finale di Coppa Italia, con gli azzurri chiamati a rimontare due reti.

Restando nell’ambito del pugilato, forse “ai punti” il match di campionato lo avrebbe vinto il Napoli, costantemente nella metà campo bianconera.

C’è da capire però quanto ciò sia dipeso dalla potenza partenopea o piuttosto dalla strategia juventina, mirata probabilmente ad un utile pareggio.

Sicuramente il Napoli non ha sfigurato, facendo grande possesso palla e imbrigliando le poche offensive degli uomini di Allegri; ma gli azzurri hanno concretizzato quasi nulla, a parte il palo di Mertens e qualche buona conclusione di Insigne.

La Juve è riuscita a fare anche meno, non facendo valere la sua superiorità fisica e tecnica ma pensando piuttosto a “non prenderle”.

L’astuto Allegri ha creato una impressionante densità sul lato sinistro, dove il Napoli, con Hamsik, Insigne e il terzino sinistro di turno, è abituato a sfondare: Litchtsteiner anziché Cuadrado, Lemina anziché Dybala.

E’bastato questo per rendere inoffensivo un Napoli che a destra, per caratteristiche dei singoli e per mancanza di schemi alternativi, non sa giocare.

E così Sarri regalava un tempo: perché non invertire Insigne, imprendibile, e Callejon? Perché non indietreggiare Mertens a centro destra? Insomma perché non mettere in difficoltà l’”adattato” terzino Mandzukic? D’altronde le cose migliori il belga le ha fatte partendo basso.

Primo tempo “buttato”, in un match che si poteva anche vincere.

Attenzione sicuramente un pareggio in casa con la Juve non è un dramma. Ma contro questa Juve, che ha perso 4 trasferte, si poteva e doveva fare di più, soprattutto in casa.

Anche perché nessuna concorrente del Napoli ha mollato: Atalanta e Lazio inseguono a poca distanza, la Roma è in fuga. Ieri la partita andava vinta, era nelle corde del Napoli farlo ed è un pareggio che serve a pochissimo.

A parziale discolpa di Sarri, “dormiente” nel primo tempo, ci sono i cambi obbligati di Strinic e Hamsik, che hanno impedito nuove soluzioni dalla panchina per provare a vincerla. Ma le partite, oltre che preparate, vanno lette in corsa, con tanto di accorgimenti quando serve.

Giustissima la panchina d’oro al tecnico azzurro per quanto visto in questi due anni soprattutto in termini di gioco. Ma l’impressione è che il primo round lo abbia vinto Allegri.

di Mario Civitaquale

 

 

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