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Cosa significa incontrare Bruno Tognolini per una Millennial cresciuta con la Melevisione

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Con il microfono Bruno Tognolini al FLiP (Festival della Letteratura indipendente di Pomigliano D'Arco) il 1° settembre 2023.

POMIGLIANO D’ARCO “Scrivile, scemo, un finale migliore / Per quella puntata della Melevisione / Interrotta da torri che andarono in fiamme / E bimbi che facevano domande”: sono i versi della canzone “Scrivile Scemo” della famosa band dei Pinguini Tattici Nucleari. Versi che non raccontano solo un momento storico, ma suggeriscono anche la misura della fama raggiunta da un programma considerato ormai una pietra miliare: la “Melevisione”. La “Melevisione” non è stato semplicemente un programma per bambini. Chiunque sia nato almeno negli anni Novanta comprende. Negli anni è diventato un vero cult della memoria collettiva di una generazione. Un elemento della cultura pop di ogni Millennial.

Tonio Cartonio (Danilo Bertazzi) nella “Melevisione”.

La trasmissione è stata mandata in onda dal 1999 al 2015 per ben 17 edizioni con un totale di 2035 episodi. Un traguardo eccezionale. Un successo strepitoso. Alle spalle un lavoro di impegno, sacrificio, creatività, competenza, dedizione e passione indescrivibili. Per tantissimi anni la Melevisione è stata trasmessa su Rai Tre, dal 1999 al 2010. Poi successivamente il suo palinsesto traslocò su Rai Yoyo per le ultime cinque edizioni, dal 2011 al 2015. Il mondo magico che raccontava ha cresciuto intere generazioni. Alcune più affezionate alla figura dell’ormai iconico Tonio Cartonio (Danilo Bertazzi) che condusse la Melevisione dagli esordi fino al 2004. Altri al folletto bibitiere interpretato da Lorenzo Banchetti nei panni del mitico Milo Cotogno che strinse il timone fino alla fine per un numero vertiginoso di stagioni.

Un programma di eccellente qualità. Un prodotto in buona parte teatrale pensato per i bambini, con un linguaggio adeguato all’età degli spettatori. In ogni puntata lampante lo sforzo di raccontare storie con una morale tra bene e male e di proporre cartoni che rispettassero sempre il target. Sebbene non sia ancora trascorso molto tempo, la “Melevisione” è tra l’altro una trasmissione “invecchiata” benissimo. Ancora oggi riguardarne degli episodi può essere fonte di ispirazione. Ancora se ne apprezza tutto lo spessore degli aspetti tecnici, ma soprattutto dei contenuti con finalità altamente pedagogiche ed educative.

Strega Varana (Zahira Berrezouga) e Milo Cotogno (Lorenzo Branchetti) alla “Melevisione”.

Ecco allora che, alla luce di tutto ciò, è facile immaginare il bagaglio di emozioni che un qualsiasi Millennial può provare nell’incontrare di persona Bruno Tognolini. Tognolini, insieme a Mussi Bollini e a Mela Cecchi, ideò per l’appunto il celeberrimo contenitore della “Melevisione” e ne fu coautore con un team di menti altrettanto brillanti. Non solo. Bruno Tognolini già dal 1990 era stato autore per quattro anni di un altro indimenticabile programma per bambini: “L’albero azzurro”. La sua carriera creativa è sempre stata ricca e notevolmente fertile.

Dodò in “L’albero azzurro”.

Nel 1998 scrisse i testi italiani delle canzoni per il film d’animazione “La gabbianella e il gatto” di Enzo D’Alò. Nella seconda metà degli anni Duemila è stato uno degli autori anche del programma “Trebisonda”. Negli anni ha pubblicato romanzi, racconti e poesie con diverse case editrici come Salani, Giunti, Mondadori, Fatatrac, Carthusia, Artebambini, il Castoro e altre ancora. Nel 2007 riceve il Premio Andersen come miglior scrittore italiano per ragazzi e nel 2011 il Premio Speciale della Giuria del Premio Andersen per “Rime di rabbia”.

Foto di Valentina Mazzella.

Incontrare Bruno Tognolini è senz’altro un grandissimo onore, ma è anche un’esperienza di sospensione. Sospende il tempo e magicamente fa tornare chiunque un po’ bambino. Un bimbo o una bimba di Città Laggiù, come lo stesso Tognolini sottolinea con i suoi modi pacati e dolci. Un onore che abbiamo vissuto venerdì primo settembre al FLiP (Festival della Letteratura indipendente di Pomigliano D’Arco) in occasione della presentazione del suo libro “Rime scolare – Per rimescolare scuola e poesia” (Salani Edizioni). Un turbinio di domande affollano la mente. Su due piedi si desidera chiedere curiosità sulla Scivolizia, rievocare Fata Lina, Principessa Odessa o l’umorismo immortale di Lupo Lucio. E invece può capitare di essere sopraffatti dall’emozione.

Tutto l’immaginario e le meravigliose fiabe della nostra infanzia tornano a galla, riaffiorano dal profondo della memoria per colmare il cuore delle sensazioni di benessere regalate in quegli anni dalla “Melevisione”. Di quel tempo restano le emozioni provate, ma anche gli insegnamenti dati tra un lavoretto con il cartoncino e una storia dello Sputapallin. Quelle brevi lezioni e i moniti leggeri si sono sicuramente sedimentati in una parte segreta di ciascuno di noi, plasmando un pochetto anche gli adulti che siam diventati. Ci si sofferma a ricordare, a riflettere… Un piccolo Dodò dal becco giallo de “L’albero azzurro” oppure un Radio Gufo del Fantabosco si infilano negli occhi. E accipigna! Per tutte le pigne spignolate! È impossibile non commuoversi teneramente almeno un po’!

 

Di Valentina Mazzella

 

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