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Il Chelsea campione apre gli occhi al Napoli

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di Mario Civitaquale

Napoli Si è conclusa l’ultima settimana di calcio ad altissimi livelli, con il Liverpool che domato il Tottenham in Champions salendo sul tetto d’Europa e il Chelsea che ha trionfato in Europa League surclassando l’Arsenal.

E’ quest’ ultima la vittoria che più ci interessa.

Vuoi perché ad un certo punto della stagione i Blues si sono trovati esattamente nella stessa situazione del Napoli, ormai fuori dalla lotta per il titolo nazionale e con l’obiettivo Europa League.

Vuoi perché entrambe le squadre hanno affrontato l’Arsenal.

Vuoi, inevitabilmente, perché Sarri rappresenta il passato e il presente dei due club.

Perché Sarri ha vinto l’Europa League quest’anno e male ha fatto in Europa l’anno scorso? Perché il Napoli in 180 minuti è stato di fatto dominato dall’Arsenal, 3-0 il totale, ed il Chelsea ha dominato i Gunners in 90 minuti annullandoli per 4-1?

Queste le domande che si sono fatti in molti e che apparentemente sembrano superficiali…ma non lo sono.

Per rispondere iniziamo col guardare la formazione del Chelsea della finale di Europa League e quella che ipoteticamente avrebbe schierato il Napoli avendo tutti a i disposizione.

Kepa; Azpilicueta, Christensen, David Luiz, Emerson Palmieri; Kanté, Jorginho, Kovacic; Pedro Rodríguez, Giroud, Hazard.

Meret; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Callejon, Allan, Fabian Ruiz, Zielinski; Mertens, Milik.

Partiamo con i confronti.

In porta siamo pari: due portiere giovani con un enorme potenziale.

Difesa: Napoli nettamente più forte nei centrali, Chelsea qualcosa in più sugli esterni.

Centrocampo: tutto sommato alla pari.

Attacco: tolto il fuoriclasse Hazard, più o meno siamo lì.

Sul piano tecnico quindi il Chelsea è si superiore al Napoli ma non di tantissimo. E gran parte del gap e’ dovuto ad Hazard.

Ma ecco le differenze.

Nomi eclatanti non nell’undici titolare dei Blues in finale: Willian, Higuain, Barkley, Loftus-Cheek, Alonso, Cahill.

Nomi eclatanti non schierati nella nostra formazione del Napoli in una ipotetica finale: Insigne.

Ecco la prima, enorm,e differenza: la rosa. Il Napoli non ha ricambi all’altezza per i grandi palcoscenici.

Ma non solo.

Chi era in campo a Baku nella compagine di Sarri è abituato a queste partite, è abituato a vincere, a giocare ad alti livelli, sia a livello di club che di Nazionale.

Personalità.

Quella che manca, escluso Albiol, al Napoli.

Infine guardando alla formazione del Chelsea, ognuno ha in campo una collocazione ben precisa e conforme alla sue caratteristiche.

Nel Napoli di quest’anno i terzini hanno spinto poco e male, Fabian e Zielinski hanno ruotato fino alla fine in tutti i ruoli del centrocampo; c’è una punta, Milik, col fisico della prima ma i movimenti della seconda, ed un’altra, Mertens, con il fisico della seconda e i movimenti della prima. Per non parlare di Insigne che in un 4-4-2 non ha collocazione.

Che cosa si è voluto dire con quest’articolo.

Prima di impostare il mercato, Ancelotti scelga almeno un modulo di base.

Vengano poi scelti gli uomini giusti, per caratteristiche e personalità. Va benissimo Di Lorenzo, ottimo elemento, ma vanno presi calciatori abituati ai grandi palcoscenici.

Non si prescinda da cessioni illustri. Si va controtendenza: ma se Insigne deve giocare fuori ruolo, si valuti un sacrificio per l’acquisto di giocatori funzionali.

Discorso analogo per Zielinski. Ormai da tre anni al Napoli, non si è ancora capito dove riesce ad esprimersi al meglio, alternando buone cose a prestazioni anomale. Un giocatore con quel talento va messo in condizione di fare bene sempre e non solo in 5-6 partite o in 15-16 tempi. Altrimenti, purtroppo, va valutata la cessione.

Il Chelsea insegna: la tecnica conta, ma si vince con gli “attributi” e gli uomini al posto giusto.

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