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Libri: oggi a Napoli la presentazione di “Una persona alla volta”, l’ultimo libro di Gino Strada

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Il racconto appassionato dell’impegno e delle esperienze che hanno condotto il giovane chirurgo di Sesto San Giovanni fino ai paesi più lontani. I proventi saranno devoluti interamente all’associazione Emergency

Oggi alle 18, presso la libreria Feltrinelli di piazza dei Martiri a Napoli, si terrà la presentazione dell’ultimo libro di Gino Strada dal titolo “Una persona alla volta”, con Amalia De Simone, Paola Bocchetti e Simonetta Gola, moglie di Gino Strada, direttrice della comunicazione di Emergency, membro del Consiglio direttivo e del Comitato esecutivo dell’organizzazione.

Curare le vittime e rivendicare i diritti, questo il credo del fondatore di Emergency che lo ha accompagnato fino alla fine dei suoi giorni. “Una persona alla volta” è il racconto appassionato dell’impegno e delle esperienze che hanno condotto Gino Strada da giovane chirurgo di Sesto San Giovanni fino ai Paesi più lontani, con un’idea semplice: garantire a chiunque il diritto a un’assistenza sanitaria di qualità.

Ne era convinto Gino, che dalle sale operatorie in Afghanistan a quelle del Centro “Salam” di cardiochirurgia di EMERGENCY in Sudan ci ha insegnato che l’unica medicina possibile è quella che si fonda sull’uguaglianza e sull’umanità. Persona dopo persona, diritto dopo diritto. Il racconto in prima persona di una missione durata tutta la vita: “Non un’autobiografia, un genere che proprio non fa per me, ma le cose più importanti che ho capito guardando il mondo dopo tutti questi anni in giro”, come scrive nella prefazione il fondatore di Emergency, morto il 13 agosto 2021.

Dall’infanzia nel quartiere operaio di Sesto San Giovanni, la Stalingrado d’Italia, al lavoro a Kabul come chirurgo di guerra e alla visita a Hiroshima, il libro narra le radici delle idee che hanno ispirato Strada.

I ricordi di infanzia della famiglia antifascista si mischiano così al racconto della militanza nel movimento studentesco e alla scoperta della chirurgia, perché la chirurgia gli assomiglia: davanti a un problema, bisogna salvare il salvabile. Una passione che porta Strada lontano, facendogli conoscere la guerra, il caos dell’umanità quando non ha più una meta. In Pakistan, in Etiopia, in Thailandia, in Afghanistan, in Perù, in Gibuti, in Somalia, in Bosnia, dedicando tutta la propria esperienza alla cura dei feriti. E poi, nel 1994, la nascita di Emergency, con il primo progetto in Ruanda durante il genocidio e l’arrivo in Afghanistan, dove ad Anabah, nella Valle del Panshir, viene realizzato un centro chirurgico per vittime di guerra. Con la ferma convinzione che “la costruzione e la pratica dei diritti umani sono il migliore antidoto, la migliore prevenzione della guerra.

Non può esistere una medicina per cittadini di serie A e un’altra per cittadini di serie B, C, D, eccetera”, riflette Strada. E la denuncia di come, anche in Italia, la salute si stia progressivamente trasformando dà diritto a bene di mercato.”Togliere risorse al pubblico per darle al privato somiglia più a un sabotaggio che a un incremento delle possibilità di cura per il cittadino, eppure il modello è stato esportato con successo in tutta Italia come una conquista di libertà. Che poi la libertà sia quasi sempre solo uno specchietto per le allodole non sembra interessare a nessuno”, aggiunge Strada amareggiato. Tutte manifestazioni diverse dello stesso problema: “l’accettazione della disuguaglianza come regola del nostro tempo”, come scrive Simonetta Gola, curatrice del libro, responsabile della comunicazione di Emergency e moglie di Gino Strada, nella postfazione. “Dietro a ogni ragazzino ferito, dietro a un uomo che chiedeva aiuto, Gino riusciva sempre a intravedere una moltitudine. Vedeva quel ferito e allo stesso tempo la situazione di tanti come lui. Curava le vittime e intanto rivendicava diritti. Una persona alla volta”. Questo libro racconta l’emozione e il dolore, la fatica e l’amore di una grande avventura di vita che ha portato Gino Strada a conoscere i conflitti dalla parte delle vittime. In ognuna di queste pagine risuona una domanda radicale e profondamente politica, che chiede l’abolizione della guerra e il diritto universale alla salute. I proventi del libro spettanti all’autore verranno devoluti a Emergency.

 

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