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“Mare Fuori 2”: grande successo per la seconda stagione della serie-tv in cui il mare grida speranza e riscatto

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RECENSIONE – La posta in gioco era alta. Non era semplice o scontato soddisfare le aspettative create nel pubblico dopo la prima stagione. Eppure la fiction  “Mare Fuori 2” è riuscita perfettamente nell’impresa. I dodici episodi andati in onda il mercoledì sera su RaiDue nelle ultime sei settimane hanno riscosso incredibile successo. La serie – come i più già sanno – racconta delle vicende ambientate presso l’Istituto di Pena Minorile di Napoli in cui sono detenuti ragazzi e ragazze che hanno commesso dei reati prima del raggiungimento della maggiore età. Le trame non si fossilizzano esclusivamente sul problema della criminalità minorile da strada e su quello delle influenze territoriali della camorra. La sceneggiatura racconta anche della violenza domestica in famiglia, dello stalking, delle relazioni tossiche, dell’abuso sessuale, dei rapporti conflittuali fra genitori e figli, del bullismo e altro ancora.

Gran parte dei personaggi sono noti agli spettatori già dalla prima serie, ma non è mancata l’introduzione di nuovi volti per rivitalizzare le storylines. Eccellente il lavoro di tutto il cast che ha visto confermati i vecchi nomi: Carolina Crescentini, Carmine Recano, Valentina Romani, Nicolas Maupas, Massimiliano Caiazzo, Ar Tem, Matteo Paolillo, Serena De Ferrari, Domenico Cuomo, Antonio Orefice, Nicolò Galasso, Ludovica Coscioni. A questi sono stati aggiunti Filippo Soave nei panni di Sasà e Kyshan Clare come Kubra. Notevole le interpretazioni di ciascuno, ma magistrale in particolare quella di Massimiliano Caiazzo nel regalare al pubblico un Carmine allo stesso tempo devastato dal dolore e accecato dalla rabbia. Mirabile la scelta degli autori di approfondire il passato di tutti quei personaggi che nel corso della prima stagione erano rimasti un po’ ai margini delle storie per dare più spazio ai protagonisti. È il caso di Totò e Tano o’ Pirucchio che sono stati la vera rivelazione della stagione, fulcro chiave, ma anche della cara Silvia, l’estroversa amica di Naditza. Non sono mancati dei flashback per raccontare il percorso di vita degli stessi educatori (Lino, Beppe e Liz) conferendo loro maggiore spessore.

E poi il mare. ‘O mar. ‘O mar for. Il mare fuori le sbarre di Nisida. Indiscusso protagonista di tutta l’opera. L’immenso mare partenopeo che ha potere catartico ed è, per i giovani detenuti, il simbolo di speranza e possibilità di riscatto. Sullo sfondo meravigliose panoramiche della città che immortalano la bellezza di Napoli sullo schermo come su una tela. Merito della lodevole regia di Ivan Silvestrini Milena Cocozza che hanno guidato la fiction (prodotta da RaiFiction e Picomedia) verso un finale letteralmente “con il botto”. Cosa ci si riserverà dunque la terza stagione che, a quanto pare, è stata ufficialmente confermata? Sicuramente ci saranno nuovi sviluppi psicologici per i ragazzi e non solo: nuove vendette, nuovi intrighi, nuovi amori, nuovi drammi. L’ultimo episodio (seguono piccole anticipazioni) ha lasciato aperte diverse porte, sollevando molti interrogativi. Ciò che possiamo immaginare è che il fantasma di Ciro continuerà ad aleggiare anche sugli avvenimenti della terza serie. Lo dimostra l’introduzione nel penitenziario della sfacciata Rosa Ricci (Maria Esposito), sorella di Ciro, che di certo smuoverà parecchio le acque. Il che non guasterà poiché, nonostante gli innumerevoli pregi, il rischio di inciampare in soggetti ripetitivi è sempre dietro l’angolo.

Come anche è vero che alcuni personaggi hanno purtroppo perso un po’ di patina. Ad esempio Viola, ormai usata esclusivamente come noioso espediente narrativo per scuotere alcune situazioni con la sua cattiveria gratuita, senza neanche un vero tornaconto personale. Pertanto ben venga l’arrivo di nuovi personaggi e nuovi spunti per arricchire una fiction che regala colpi di scena, conversioni e nuovi reati inaspettati. Interessante è il lampante parallelismo fra Cardiotrap e la figura di Liberato, celeberrimo cantante trap partenopeo senza volto su cui a lungo si è vociferato fosse proprio un giovane detenuto di Nisida. E a tal proposito apriamo una breve parentesi sulle musiche della fiction curate da Stefano Lentini e Riaz che, come lo scorso anno, si rivelano essere una sorprendente hype.
“Mare Fuori 2” si presenta ancora una volta come un prodotto di eccellenza, una serie-tv di formazione, che approfitta della narrazione filmica per lanciare messaggi pedagogici preziosi. Per raccontare il carcere non solo come un luogo di punizione, ma anche e soprattutto – per citare Carolina Crescentini in una sua intervista – come “un luogo di trasformazione”. L’Istituto di Pena Minorile ha in primis lo scopo di aiutare i ragazzi a comprendere i propri errori e poi a voltare pagina. Emblematiche infatti nella stagione due scene: una in cui Pino lascia scappare degli uccellini dalle loro gabbie e l’altra in cui Cardiotrap lancia in mare una pistola affinché più nessuno possa usarla. “Mare Fuori 2” è in conclusione proprio questo: un grande grido che urla al pubblico che tutti hanno delle alternative nella vita. Solo che alle volte bisogna insistere per mostrare a chi è perduto le strade dell’amore, dell’onestà e del perdono che sono più impervie di quel che si crede. E questo perché richiedono il vero coraggio dell’essere umano.

Di Valentina Mazzella

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