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Morto Astori capitano della Fiorentina

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di Claudio Greco

Udine – Sembrano eroi indistruttibili. Intoccabili. Eterni. Con quel completo colorato che svolazza, l’erba che si piega sotto ai fendenti. Il sole che brilla e le gocce di sudore che cadono. Il tacchetto avversario che s’infila maldestro, o maligno, sul tallone che corre. Un pallone e un sogno. poi c’è la vita, con cui fare i conti, caduca e incomprensibile. Davide Astori era un padre, un figlio. Un calciatore e un ragazzo di 31 anni. Davide Astori è in una lunga lista di ragazzi che non erano indistruttibili, eterni. Erano ragazzi come noi, come chi lo è stato, come chi dovrà ancora esserlo. Erano uomini che questa vita ha strappato presto, troppo presto, ai suoi cari. Ai suoi sogni. Come Piermario Morosini, stroncato da un arresto cardiaco durante la gara tra Livorno e Pescara. Come Dani Jarque, capitano dell’Espanyol, che era al telefono con la fidanzata quando, durante il ritiro, morì per un attacco cardiaco. Giuliano Taccola giocava nella Roma, quando un infarto lo colpì nello spogliatoio e Renato Curi, poi, che alle 15:34 del 30 ottobre del 1977 cadde a Pian di Massiano. La Spagna piange ancora Antonio Puerta, scomparso nel 2007 in occasione della gara contro il Getafe. Poi Marc Foè, camerunese, morto durante la Confederations Cup. Sembrano eroi, belli e indistruttibili. Sono ragazzi. Erano ragazzi. Inspiegabilmente volati via, troppo giovani.

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