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Per il nuovo governo tocca a Mattarella

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 di Claudio Greco 
Roma – Forza Italia, nella Lega, in Fratelli d’Italia e in Noi con l’Italia-Udc prevale la sensazione che la vittoria sia possibile. Anzi, vicina.  Nel quartier generale del partito di Berlusconi però continuano a temere seriamente il possibile sorpasso da parte della Lega di Salvini, nonostante l’ottimismo dell’ex Cavaliere. In Via Bellerio, sede del Carroccio, sono convinti di arrivare davanti in tutto il Nord, soprattutto in Veneto ma anche in Lombardia, in Piemonte, in Liguria e in Friuli Venezia Giulia. Non solo, ottimismo anche sulle Regioni rosse (Emilia Romagna e Marche in testa) e sul dato nel Mezzogiorno, in particolare in Sardegna, Sicilia, Puglia e Abruzzo.  Forza Italia spera invece di riuscire a tenere abbastanza bene nel Sud per controbilanciare il dato delle altre Regioni. Fratelli d’Italia ha come obiettivo il 5%. E la Meloni è convinta di essere tra coloro che brinderanno il 5 marzo. Nci-Udc, invece, è seriamente preoccupata di fallire l’obiettivo del 3% a causa soprattutto del risultato non brillante nel Nord Italia.
Nel Movimento 5 Stelle sono sicuri di risultare la prima forza politica nella parte proporzionale anche se il timore è quello di non ottenere un dato così clamoroso come qualcuno poteva prevedere o sperare soprattutto perché nelle ultimissime ore la preoccupazione sarebbe pure aumentata in tal senso. L’impressione diffusa è quella di essere forti soprattutto nel Mezzogiorno dove la speranza è quella di strappare qualche collegio ai partiti di Centrodestra. Ottimismo del M5s per vincere il risultato nel Lazio, meno nelle altre regioni centrali. Al Nord, invece, prevale il pessimismo. I 5 Stelle temono di restare dietro il Centrodestra  soprattutto in Veneto e in Lombardia e di vedere così compromessa la corsa per arrivare da soli al governo del Paese. Anche in Piemonte, Liguria e Friuli Venezia Giulia le attese dei grillini non sono molto positive.
Nel Partito Democratico è ormai opinione diffusa che il risultato sarà negativo, se non fortemente negativo. Parlando con deputati e senatori dem appare molto complicato il raggiungimento del valore ottenuto da Bersani nel 2013 (25% circa). La preoccupazione è quella di vincere in pochissimi collegi in primis in Toscana e in Emilia Romagna, oltre all’Alto Adige. Il Pd teme anche che +Europa della Bonino possa raggiungere il 3%, se non il 4, sottraendo 12-15 deputati al partito guidato da Renzi (e 7-8 senatori). Pd in ansia soprattutto al Sud dove, dicono i parlamentari dem, la partita sembra relegata alla sfida tra Centrodestra-M5S. Al Nord il timore è quello di non essere la prima forza non solo in Veneto, ma anche in Lombardia (dove si vota per le Regionali) e forse anche in Piemonte e perfino in Liguria. Quanto alle altre due liste, Civica Popolare e Insieme, dalle chiacchierate informali della vigilia del voto sembra che siano lontanissime dal 3%
Liberi e Uguali del presidente del Senato Pietro Grasso aveva come obiettivo arrivare al 10%, ma il timore oggi è quello di restare intorno a una percentuale non deludente ma comunque modesta sul 7%, stando almeno a quanto affermato dai parlamentari di LeU nelle ultime ore. Importante per Liberi e Uguali è soprattutto il risultato del voto nel Centro Italia. Al Nord e al Sud, stando sempre alle impressioni della vigilia tra deputati e senatori della sinistra, difficilmente il dato elettorale sarà esaltante. Ansia anche per la concorrenza a sinistra di Potere al Popolo e del Partito Comunista.

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