Home Cronaca Violenza perpetua su un minore disabile da suoi coetanei

Violenza perpetua su un minore disabile da suoi coetanei

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Napoli – Una delle maggiori piaghe delle società che si sono di volta in volta alternate nel corso della storia è sicuramente la violenza perpetuata sugli individui inermi, incapaci o impossibilitati a difendersi e dunque più facili da sottomettere e da zittire. L’abuso sessuale su bambini portatori di handicap è un argomento di cui si parla poco e su cui si scrive ancor meno anche perché non sempre è possibile conoscere i casi di violenza visto che raramente sono denunciati. Ciò accade per vari motivi: la giovinezza, l’inesperienza, spesso la vergogna della vittima stessa, l’imposizione della famiglia, l’ignoranza, la paura. Mentre l’articolo 24 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE(Unione Europea di cui proprio ieri si festeggiavano i 50 anni  ) garantisce a tutti i minori dell’Unione il diritto generale alla protezione, che comprende il diritto di esprimere liberamente la propria opinione, di intrattenere regolarmente relazioni con i genitori e il diritto a che il loro interesse superiore sia considerato preminente in tutti gli atti loro relativi; l’articolo 3 garantisce a ogni individuo  il rispetto alla propria integrità fisica e psichica e  l’articolo 26 riconosce il diritto dei disabili di beneficiare di misure intese a garantirne l’inserimento e la partecipazione alla vita della comunità, di fatto i minori con disabilità incontrano enormi barriere al godimento dei propri diritti fondamentali. Spesso sono esclusi dalla società, talvolta vivono in istituti o altre strutture, lontano dalle proprie famiglie, si vedono negare l’accesso a servizi di base quali la sanità e l’istruzione e sono esposti alla stigmatizzazione e alla discriminazione, oltre che a violenze sessuali, fisiche e psicologiche. Risale, infatti, a qualche giorno  fa la notizia del Mattino che racconta un nuovo e aberrante fatto di cronaca questa volta ai danni di un ragazzino tredicenne  affetto da lieve disabilità mentale, costretto a subire violenza sessuale per quattro anni  da parte di un “baby-branco”: un gruppo di 11 minori suoi coetanei  Ad accorgersi  dei fatti, di cui il ragazzo non aveva mai parlato con nessuno, la mamma che per puro caso ha notato lo strano atteggiamento del figlio  il figlio  quando era  si trovava in compagnia del “gruppo”. Le violenze avvenivano in strada, ma anche in un campo di calcetto e, in una sola occasione, anche a casa di uno dei giovani che hanno abusato del ragazzino. “Non ci sono parole per commentare. L’idea che a compiere le violenze sia stato un ‘branco’ di minori, di cui due con meno di 14 anni, lascia sgomenti” dice il sindaco di Giugliano Antonio Poziello. Il Comune “ha già avviato una serie di interventi ed attività per il contrasto e la prevenzione del bullismo – evidenzia l’assessore alla Legalità, Adolfo Grauso -. Lunedì la giunta approverà una delibera, cui lavoriamo da tempi, per l’istituzione di uno sportello finalizzato alla prevenzione del bullismo in collaborazione con le istituzioni scolastiche, in particolare con il docente referente per la prevenzione al fenomeno del bullismo” mentre il Comune metterà a disposizione personale qualificato, come psicologi, assistenti sociali e avvocati. C’è da dire, però, che per quanto lodevoli tali iniziative non bastano, anche perché nella maggior parte dei casi restano come “opere incompiute”, l’argomento del momento, che cercano di sensibilizzare una società che di fatto resta “insensibile “ ed omertosa nel concreto. Per salvaguardare le persone più fragili è non isolarle mai! Stare in mezzo alla gente, sempre e comunque: non esiste alcuna ragione civile per cui una persona che ha bisogno di assistenza debba essere relegata in disparte. Le ‘strutture protette’ proteggono solo gli abusi: l’unica reale protezione le persone con disabilità la ricevono solo vivendo tra di noi, perché è l’intera collettività che protegge una persona con disabilità. Ai ragazzi in crescita che approfittano dell’amico o dell’amica più debole un unico messaggio: “Fermatevi e riflettete prima di agire; è’ facile prendersela con i più deboli. E se domani il debole di turno fossi tu?

 Di Giuseppe Musto

 

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