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E’ mezzanotte

1996
Ph. Ciro Lauria/FPA

 

di Pasquale Ferrillo

Napoli – Dopo la sconfitta rimediata contro lo Spezia nell’ultimo turno di campionato il Napoli si trova ad affrontare il momento più buio della sua stagione, quantomeno considerando i risultati delle ultime cinque partite in cui i partenopei hanno raccolto solamente 4 punti sui 15 disponibili, con una vittoria, un pareggio e ben tre sconfitte.

Eppure, la sedicesima giornata di serie A era iniziata nel migliore dei modi possibili con la sconfitta dell’Inter a Genova contro la Sampdoria per 2 a 1 e, in attesa del posticipo serale tra Milan e Juventus, il Napoli poteva e doveva provare a vincere contro il suo avversario, in quel momento penultimo in classifica, per recuperare punti alle dirette concorrenti.

Tuttavia, allo stadio Diego Armando Maradona lo Spezia di Italiano, che a dispetto della classifica si dimostra squadra molto compatta e ben organizzata sul campo, rovina i piani di mister Gattuso ribaltando l’uno a zero siglato nel secondo tempo dal subentrante Petagna con il gol dal dischetto di Nzola ed il raddoppio di Pobega.

I dati del match indicano una supremazia territoriale del Napoli che parte subito forte facendo registrare il record in serie A di 8 tiri in porta nei primi 15 minuti e creando tante occasioni da gol; ma il feeling dei calciatori partenopei col gol sembra essere smarrito ed il match stregato.

Andando aldilà della singola partita, è evidente che il Napoli attualmente è una squadra che crea tanto ma finalizza poco: più di sessanta tiri nelle ultime due uscite di campionato mentre le inseguitrici in questa speciale classifica ne contano da un massimo di quaranta (Atalanta) in giù. Pertanto, non sembrerebbe un problema legato al gioco.

Dunque, cosa sta accadendo?

L’assenza per infortunio dei bomber – Osimhen e Mertens – unitamente a quella del miglior difensore del Napoli – Koulibaly – sicuramente possono ben spiegare i problemi legati rispettivamente ai pochi gol segnati dall’attacco ed a quelli eccessivamente incassati dalla difesa; ma non possono essere l’unica chiave di lettura.

Mister Gattuso, oltra a dare una sua impronta di gioco, come per esempio l’uscita palla a terra da dietro con il coinvolgimento del portiere, sta provando ad inculcare quella “cattiveria agonistica” che, secondo lui, manca in tanti calciatori della sua squadra, se non in tutti.

Il Napoli troppo spesso è vittima di sviste arbitrali che indirizzano le partite: senza voler entrare nello specifico basti pensare che fino alla partita col Cagliari era l’unica squadra a non aver avuto rigori a favore in serie A.

Capitolo fortuna, certamente i tanti infortuni e le concause degli eventi negativi non fanno percepire come vicina la buona sorte.

Ma se è vero che “Adda passà ‘a nuttata”, i recuperi imminenti di Mertens e Koulibaly unitamente a quello di Osimhen auspicabile per il big match di Supercoppa Italiana contro la Juventus in programma il prossimo 20 gennaio, l’esperienza maturata in queste ultime uscite, la voglia di riscatto dei calciatori e ,magari, un pizzico di fortuna che non guasterebbe fanno ben sperare affinché si possa invertire la rotta alla conquista della qualificazione in Champions League, obiettivo minimo dichiarato del club, e ritornare ad intravedere la luce del mattino, con l’oro in bocca.

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