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L’agguato a Gaetano Cirillo di ieri sera doveva essere un esecuzione a sentire gli inquirenti

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Napoli – la prontezza di riflessi della vittima ha fatto fallire la spedizione di morte. E’ ricoverato in prognosi riservata ma non in pericolo di vita Gaetano Cirillo, 44 anni, pregiudicato per contrabbando e spaccio, ferito nel tardo pomeriggio di giovedì a Miano, quartiere dell’area a nord di Napoli.

L’agguato è avvenuto nei pressi di un bar in via Lazio, non molto distante da via Vincenzo Valente dove lo scorso 27 maggio furono uccisi i due, zio e nipote, Carlo Nappello. Diversi i colpi d’arma da fuoco esplosi dal sicario che hanno centrato Cirillo alla coscia e al torace. Altri proiettili sono invece andati a vuoto e hanno raggiunto solo di striscio, alla testa, la vittima. Arrivato con mezzi propri all’ospedale Cardarelli di Napoli, il 44enne è stato operato d’urgenza dai medici del reparto chirurgia d’urgenza.

Sull’episodio sono in corso le indagini degli agenti del Commissariato di Scampia e della Squadra Mobile di Napoli, guidati dal primo dirigente Luigi Rinella. Secondo gli investigatori, che hanno acquisito le immagini delle telecamere private di videosorveglianza presenti nella zona, in passato Cirillo, già arrestato il 16 aprile del 2014 insieme a un altro pregiudicato per spaccio (furono trovati a bordo di un’auto con poco più di 40 grammi di marijuana), gravitava nell’orbita del clan Lo Russo, i “capitoni” di Miano debellati negli ultimi anni da arresti e pentimenti eccellenti.

L’agguato rientrerebbe nello scontro in corso da mesi per la gestione degli affari illeciti nella zona di Miano dopo l’uscita di scena dello storico clan.

Dall’arresto dell’ultimo boss Carlo Lo Russo (aprile 2016), che dopo pochi mesi ha iniziato a collaborare con la giustizia, nel quartiere a nord di Napoli si sono verificati altri omicidi oltre ad agguati falliti e raid intimidatori.  Oltre ai due Nappello, sono stati uccisi Giuseppe Guazzo (metà settembre 2016) e Domenico Sabatino e Salvatore Corrado

Oltre al ruolo oscuro dei Licciardi della Masserie Cardone e degli Stabile-Ferrara della vicina Chiaiano, gli investigatori tengono d’occhio diversi sottogruppi gravitanti fino allo scorso anno nel clan Lo Russo. Non solo i Nappello dunque. Da una parte i Balzano, dall’altra i Cifrone. Indagini in corso per accertare anche il ruolo dei reduci della famiglia Perfetto, con padre e figlio (Raffaele ‘muss è scign e Ciro) in carcere con diversi omicidi sulle spalle.

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