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Lutto nel mondo dell’archeologia flegrea

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Pozzuoli – Si è spento all’età di 61 anni, per un male incurabile ed improvviso, Paolo Caputo  funzionario archeologo dell’area di Cuma, del parco sommerso di Baia e della Gaiola.Studioso sensibile e scrupoloso, ha vissuto  gran parte della sua vita per gli scavi flegrei, unendo alla ricerca divulgazione e valorizzazione con numerose pubblicazioni e conferenze.  Il tempio di Iside, dell’anfiteatro a Cuma, del tempio di Diana e dei calendari lunari  sull’ archeoastronomia sono solo alcuni delle importanti scoperte rinvenute durante il suo operato .Negli anni il parco archeologico di Cuma, con tremila anni di storia èdiventata  un’area di alto interesse archeologico e paesaggistico. Da più di dieci anni  grazie alla caparbietà del funzionario Paolo Caputo Cuma, si era trasformata  in un grande “scuola di scavo” con l’impiego di tanti  studenti e  borsisti provenienti  dalla Federico II, la seconda Università di Napoli Federico II e l’istituto francese Centro Jean Berard .Di seguito il messaggio di cordoglio dell’Assessore ai Beni Culturali Gennaro Di Fraia: “Cuma ha perso oggi uno dei suoi figli più cari. Un figlio d’elezione, nato altrove, che qui ha speso i suoi anni e le sue energie migliori, illustrando le infinite storie di un passato glorioso celato dalla terra e dalla dimenticanza. Paolo Caputo è stato stroncato da una breve malattia che ha interrotto i suoi sogni, le sue speranze, i suoi tanti progetti.Era un funzionario integro e scrupoloso, uno studioso attento e sensibile, uno scavatore instancabile. Da oggi non si aggirerà più nella piana e nelle grotte della città della Sibilla, né scalerà più quell’acropoli veneranda ricoperta di boschi carezzati dal vento del mare.Non lo si incontrerà al suo tavolo da lavoro, nell’ufficio ingombro di pratiche. A Cuma, il dottor Paolo Caputo non c’è più, anche se vi resterà per sempre.E’ lui che ha riportato alla luce il tempio di Iside, parte dell’anfiteatro e tante, tantissime altre presenze, svelando anche i misteri della Crypta Romana sotto l’acropoli.Amava ogni periodo della storia del sito che gli era stato affidato e la illustrava incessantemente, con una fitta serie di pubblicazioni e conferenze. Aveva solo 61 anni. Gli sia lieve la terra, gli sia concesso il dono del ricordo e della gratitudine.La nostra terra glielo deve”.

di Gabriella Romano

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