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Scuola è disabilita: meno fondi per la Campania per il prossimo anno scolastico.

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Napoli – secondo quanto previsto dall’articolo 1 comma 947, della legge del 28 dicembre 2015, n.208, è stato finalmente approvato a maggioranza, in Conferenza Unificata, il riparto dei 70 milioni di euro, per il 2016, a favore delle Regioni a statuto ordinario, degli Enti territoriali (Province e Città metropolitane) che esercitano le funzioni concernenti, l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale di alunni con disabilità fisiche e sensoriali (articolo 13, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104) e dei servizi di supporto organizzativo del servizio d’istruzione per gli alunni con handicap o in situazione di svantaggio (articolo 139, comma 1, lettera c, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112). Nonostante le contrarietà della Regione Campania, anche in relazione ai dati statistici Istat e Miur-Uficio di statistica, che vede un’incidenza pari al 2,4% degli alunni con disabilità sul totale degli alunni presenti nella regione, i fondi saranno attribuiti per il 60% in base al numero di alunni disabili e per il 40% in base alla spesa storica sostenuta: un grande limite se si considera che il 65,3% degli alunni con disabilità ha un deficit di tipo intellettivo, il 3,5% motorio, il 2,7% uditivo e l’1,6% visivo. E come spesso accaduto anche in passato, considerando anche che i fondi di fatto giungono ad anno scolastico 2015-2016 ormai terminato, l’iniziativa educativa è spesso lasciata all’eventuale impegno di alcuni docenti, che credono che la loro sia una “professione” e non un semplice “lavoro”, consapevoli di quanto sia importante garantire un “percorso di vita inclusiva “ per tutti i loro allievi. Sotto quest’aspetto di strada, purtroppo, ce n’è ancora da fare; le famiglie come gli alunni, non possono solo” sperare” di poter essere seguiti da un docente davvero competente, ma la “competenza inclusiva ” dovrebbe essere “competenza “ di tutti, non solo dei docenti specializzati e non, ma di tutti quelli che svolgono un ruolo educativo, comprese le famiglie degli alunni considerati “normodotati”, forse così, un giorno, smetteremo di leggere post e articoli di fatto discriminanti verso la disabilità e la diversità, e s’inizierà a comprendere la diversità è di per sé unicità e arricchimento.

Di Giuseppe Musto

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